(IN)SENSATE ESPERIENZE

Maria Angela Tiozzi

Gulli, la razionalità non è tutto

 IL PERCORSO DI UN ARCHITETTO CHE È APPRODATO ALLA PITTURA RICERCANDO FORZE ARCAICHE.

NELLE SUE OPERE È CENTRALE LA TENSIONE VERSO IL SEGRETO PRIMITIVO DEL NOSTRO SIGNIFICATO NEL MONDO

Siamo abituati da tempo ad abbattere qualsiasi divisione nel lavoro di un artista, il concetto di multidisciplinarietà è ereditato fin dal rinascimento: l’artista è homo faber, pittore, scultore, architetto, scienziato, letterato. Non stupisce, dunque, se ancora oggi le tangenze tra le varie discipline sono per taluni artisti più che mai necessarie per indagare le differenti enucleazioni espressive della realtà e della fantasia artistica che li sostanzia e contraddistingue. Gianluca Gulli è architetto, già dalla fine degli anni ’90 lavora a importanti ristrutturazioni e progettazioni, ma la necessità di perseguire, oltre la stessa architettura, il concetto di fare forma, fare spazio, lo spinge a cercare anche altri territori espressivi. È l’interrogazione artistica unita a un bisogno tormentato di recuperare “il segreto primitivo del nostro significato nel mondo” che lo conducono alla pittura. Inizialmente non è soddisfatto dei risultati perché, come dice, le pitture sono ancora nell’orbita del suo lavoro di architetto, anche se ormai parte irrinunciabile del suo percorso di conoscenza. Dal primo decennio del 2000 inizia una vera e propria sperimentazione e la pittura diventa concreta possibilità di introspezione e di libertà: può inabissarsi nel mondo dell’irrazionale, scoprire valori emotivi, inseguire entità, forze arcaiche che contengono idealità simboliche e archetipi latenti, quelli che per Jung fanno parte del nostro immaginario collettivo. Ricorrente diventa specialmente il tema dell’Angelo che, come l’eroe, fugge alla scoperta di se stesso. Artisti di ogni epoca, cineasti, scrittori si sono misurati e continuano a farlo con quelle misteriose creature celesti, così pure con l’altro tema, caro anch’esso a Gulli, della Luna. Ci troviamo di fronte a una tensione conoscitiva densa di turbamenti, di presentimenti che si sostanzia in una pittura che oscilla tra pulsioni vitali e vuoti, tra luci e ombre, scenari di masse informi che creano nuovi paesaggi immaginativi dell’anima, vibranti e sempre cangianti. “(In)sensate esperienze, (Ir)reali emozioni”, la mostra tenutasi lo scorso novembre nella splendida Villa Morosini a Polesella ha sancito un importante debutto denso di turbinose apparizioni: “Che cos’è l’uomo? Mi rincresce, ma nemmeno Nietzsche ha saputo rispondere a questa domanda. Vivere, allora, andare al di là di noi stessi, trascendersi. Ecco perché ancora viviamo, con questa speranza” (Licini, 1943).

(artein n°160)

 

Maria Angela Tiozzi

Gulli, Rationality isn’t everything

THE CAREER OF AN ARCHITECT WHO TURNED TO PAINTING IN SEARCH OF ANCIENT POWERS.

AT THE CORE THE STRIVING TOWARD THE PRIMITIVE SECRET OF OUR MEANING IN THE WORLD

 

We’re all accustomed to knocking down walls in art: we inherited the concept of multidisciplinarity from the Renaissance. Man is the homo faber, the painter, sculptor, architect, scientist, man of letters. It’s no surprise then if the tangents between disciplines are more necessary than ever today for artists who interrogate the many expressive enucleations of reality and fantasy that sustain and distinguish their work. Gianluca Gulli is an architect who was already developing important building projects in the 90s, but the need to pursue concepts at the coreof form and space drove him to seek other expressive territories. Artistic research united with the tormenting need to recover “the primitive secret of our meaning in the world” and this led him to painting. At first he was unsatisfied with the results because, as he explains it, they remained within the orbit of his architecture, even after painting had become essential to his deepening consciousness. But in the early years of the new century painting became a concrete means of introspection and freedom, allowing him to plunge into irrational worlds, uncover emotional values, and pursue entities, ancient forces that contain the symbolic ideals and latent archetypes that Jung tells us constitute our collective imaginary. The theme of the Angel becomes recurrent; like the hero, the angel flees from self-revelation. Artists of every era, filmmakers, and writes have always measured themselves against those mysterious celestial creatures; and the same is true of that other theme dear to Gulli: the moon. We encounter a cognitive tension dense with disturbance, foreshadowings that take shape in paintings that oscillate between vital tension and emptiness, between light and shadow; scenarios of formless masses that create new imaginary landscapes of the soul, vibrant and everchanging. “In(sensate) Experience, (Un)real Emotions”, the exhibition in the splendid Villa Morosini in Polesella, marks an important debut rich with whirling apparitions: “What is a man? I’m sorry, but not even Nietzsche could answer that question. To live, to go beyond ourselves, to transcend ourselves. That is why we still live, with this hope.” (Licini, 1943).

(artein n°160)

Michele Ciolino

Le “Sensate Esperienze” di Gianluca Gulli l’Eretico

 

La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto” (G. Galilei, Il Saggiatore, Cap. VI). Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642) è stato un fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano, ed è considerato il padre della scienza moderna.

Il suo nome è associato a importanti contributi in dinamica e in astronomia – legati al perfezionamento del telescopio, che gli permise importanti osservazioni astronomiche (rappresentate pittoricamente dallo stesso Galileo nell’opera SidereusNuncius) – oltre all’introduzione del metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano o metodo scientifico sperimentale). Di primaria importanza fu anche il suo ruolo nella rivoluzione astronomica, con il sostegno al sistema eliocentrico e alla teoria copernicana. Sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica e le Sacre Scritture, Galileo fu processato e condannato dal Sant’Uffizio, nonché costretto, il 22 giugno 1633, all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino nella propria villa di Arcetri. Solo 359 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II, alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, ha dichiarato riconosciuti “gli errori commessi” sancendo la conclusione dei lavori di un’apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981. Galileo rappresenta, quindi, il simbolo del conflitto manifestatosi tra la “nuova scienza” e la “Chiesa cattolica”. La Chiesa sosteneva il modello aristotelico tolemaico dell’universo fondato sulle “scritture sacre”(geocentrico). Il testo biblico, infatti, concordava con la cosmologia aristotelico-tolemaica. Galileo è ritenuto il fondatore della moderna “scienza della natura”.  Ma la sua ricerca ha influito anche sulla “riflessione filosofica”. Egli osserva che il “libero filosofare circa le cose del mondo e della natura” presuppone il rifiuto della visione aristotelica della realtà, con il suo intreccio di “fisica” e “metafisica”. Galileo sostiene che nelle questioni relative alle cose naturali non si deve fare appello all’autorità di Aristotele, ma si deve apprendere direttamente dal gran libro della natura. All’autorità di Aristotele e delle Scritture, Galileo sostituisce, nell’indagine sull’universo fisico, un nuovo principio di autorità: quello delle “SENSATE ESPERIENZE” e delle “CERTE DIMOSTRAZIONI”, ovvero quello costituito dall’esperienza unita alla ragione. A Galileo si deve una chiara e netta dichiarazione dell’autonomia della scienza, dalla fede. Per sostenere tale autonomia, Galileo utilizza la metafora dei due libri. Sia le Scritture, cioè il libro per eccellenza, sia il “gran libro della natura” sono stati scritti da Dio. Per quanto riguarda il primo, Dio si è rivelato agli uomini in termini che si adattano alla natura umana (mente); per quanto riguarda il secondo, invece, la natura viene indagata mediante la scienza. Non si può confondere la fede religiosa con la scienza. Per giungere alla conoscenza del “gran libro della natura” è indispensabile elaborare un metodo scientifico. Galileo non dedica a questo tema un’esposizione sistematica, ma contribuisce in modo determinante all’elaborazione del moderno metodo scientifico-sperimantale, realizzando procedimenti di indagine nuovi ed efficaci e descrivendo nelle sue opere i criteri metodologici di volta in volta seguiti. Le basi del metodo sono le “sensate esperienze” (esperienza sensibile) e le “necessarie dimostrazioni”, ovvero le rigorose deduzioni condotte dal ragionamento umano. Le “sensate esperienze” devono essere anteposte al ragionamento umano: altrimenti dei ragionamenti, anche corretti, cadono perché fondati su premesse false o perché utilizzati per forzare i dati in una direzione già decisa in partenza. All’osservazione dei fenomeni si accompagna la loro misurazione, passaggio essenziale per tradurre i fenomeni stessi in quantità e numeri.

Nelle tavole esposte in Villa Morosini si spiega il “gran libro della natura”. È l’osservazione di un “fenomeno”(Galileo Galilei il 24 agosto 1609 faceva sapere al Doge della Serenissima di possedere uno di quei “tubi” che permetteva di scorgere le navi nemiche prima che le si vedessero ad occhio nudo). Nelle nobili e distaccate sale di una villa già residenza del Doge assistiamo ad un’antica/contemporanea esperienza rivoluzionaria: ritorna un ”universo geocentrico”, quello dell’eretico Gianluca Gulli. Al centro delle “tavole terrene” di Gulli, una superficie “diseguale, scabra, piena di cavità e sporgenze, non altrimenti che la faccia stessa della terra”(così si scrive Galileo nel Sidereusnuncius osservando la luna), fatta di terra, di legno, di carta, di colore, di colla. Sono “sensate esperienze”, un fenomeno che induce alla “contemplazione” ma anche al compimento di una “tattile” esperienza fisica quasi carnale.

È così Gianluca Gulli: fisico, carnale, fenomenico, delirante propositore di “concrete esperienze sensate” ma da osservare con il cannocchiale. Nella creazione delle sue “esperienze sensate” pesa la storia delle avanguardie del primo Novecento, i primi buchi di Fontana, le Combustioni, i Crettie i Sacchi di Burri, gli Achromes di Manzoni, la pittura materica e informale, la pittura gestuale e anche l’evocazione (nelle increspature) delle estroflessioni di Castellani e Bonalumi. È un’appropriazione consapevole e inconsapevole, arrogante e presuntuosa (Gulli ambisce alla biennale) ma carica di entusiasmo, energia e amore per l’”arte tormentata”. Condividere il Big Bang di “sensate esperienze” significa condividere un tormento, una tensione, una lite e una riappacificazione. Scrivere di Gianluca (che è poi scrivere del suo lavoro artistico) diventa, quindi, un’esperienza reale, fenomenica, tattile, un’esperienza da condurre talvolta con il telescopio (Gianluca riesce a raggiungere in pochi secondi universi lontani). Comunque sia lui appartiene al “grande libro della natura” e certamente conosce l’insegnamento di Galileo e sa distinguere scienza e fede, fisica e metafisica. L’ambizione delle “sensate esperienze” è apparentemente fisica ma l’accompagna una fede che può condurre ad universi lontani.

Queste sono le “sensate esperienze” di Gianluca Gulli l’eretico.

 

Michele Ciolino

The “Sensate Esperienze” of Gianluca Gulli the Heretic

 

“Philosophy is written in this great book which ever is before our eyes (I mean the universe), but cannot understand unless we first learn the language and grasp the symbols in which it is written. The book is written in mathematical language, and the symbols are triangles, circles and other geometrical figures, without whose help it is impossible to comprehend a single word of it; without which one wanders in vain through a dark labyrinth.”(G. Galilei, Basic Books, Ch. VI). Galileo Galilei (Pisa, February 15, 1564 – Arcetri, January 8, 1642) was an Italian physicist, philosopher, astronomer and mathematician, and is considered the father of modern science.

His name is associated with important contributions in dynamics and in astronomy – in relation to the improvement of the telescope, which allowed him important astronomical observations (represented pictorially by Galileo himself in the work SidereusNuncius) – in addition to the introduction of the scientific method (often called the Galilean method or experimental scientific method). His role in the astronomical revolution was also of primary importance, with his support for the heliocentric system and the Copernican theory. Suspected of heresy and accused of trying to subvert the natural philosophy of Aristotle and the Scriptures, Galileo was tried and convicted by Sant’Uffizio and forced, on June 22, 1633, to reject his astronomical theories and exiled in his villa in Arcetri.  Only after 359 years, on Oct. 31, 1992, Pope John Paul II, at the plenary session of the Pontifical Academy of Sciences, acknowledged “mistakes made” sanctioning the conclusion of a special study committee which he had established in 1981. Galileo represents, therefore, a symbol of the conflict which manifested itself between “new science” and the “Catholic Church“. The Church supported the Aristotelian Ptolemaic model of the universe based on the “Holy Scriptures” (geocentric). The biblical text, in fact, concurred with the Aristotelian-Ptolemaic cosmology. Galileo is considered the founder of the modern “science of nature“. But his research also influenced  “philosophical thought”. He observes that the “free philosophising about the things of the world and nature” assumes the rejection of the Aristotelian view of reality, with its network of “physics” and “metaphysics“.  Galileo claims that in matters related to natural things you should not appeal to the authority of Aristotle, but you should learn directly from the great book of nature. In his investigation of the physical universe the authority of Aristotle and the Scriptures are substituted by a new principle of authority: that of “SENSATE EXPERIENZE” and “CERTE DIMOSTRAZIONI“, or that which is made up of EXPERIENCE UNITED WITH REASON. Galileo needs a clear-cut declaration of the independence of science, from faith. To support this autonomy, Galileo uses the metaphor of the two books. Both the Scriptures, that is the book par excellence, and the “great book of nature” were written by God. As for the first, God has revealed himself to man in terms that adapt to human nature (the mind); as regards the second, however, nature is explored through science. We cannot confuse religious faith with science. To come to know the “great book of nature” it is essential to work out a scientific method. Galileo does not devote a systematic explanation to this issue, but contributes significantly to the development of the modern scientific-experimental method, creating new and effective investigation procedures and describing in his works the methodological criteria followed each time. The basics of the method are the “sensate esperienze” (sensory experience) and “necessarie dimostrazioni“, or the rigorous conclusion carried out by human reasoning. The “sensate esperienze” must prevail over human reasoning: otherwise reasoning, even though correct, collapses because it is founded on false premises or because it is used to force data in a direction which was already decided from the start. The observation of phenomena accompanied by their measurement is an essential step to transform the phenomena into quantity and numbers.

In the panels on display in Villa Morosini the “great book of nature” is explained.  It is the observation of a “phenomenon” (Galileo Galilei on  August 24, 1609 showed the Doge of Venice that  to possess one of those “tubes” allowed you to see enemy ships before they were visible to the naked eye). In the noble and detached rooms of a villa formerly the residence of the Doge we are witnessing an ancient / contemporary revolutionary experience: the universe returns to being “Earth-centric”, that of the heretic Gianluca Gulli.  At the centre of Gulli’s “tavole terrene“, a surface “uneven, rough, full of cavities and protrusions, non otherwise than the very face of the earth” (as Galileo wrote in Sidereusnuncius observing the moon), made of earth, of wood, of paper, of colour, of glue. They are “sensate esperienze“, a phenomenon that induces “contemplation” but also the fulfillment of a “tactile” physical experience almost carnal.

Thus Gianluca Gulli: physical, carnal, phenomenal, delusional proponent of “concrete esperienze sensate” but to be observed through the telescope. In the creation of his “esperienze sensate” he  weighs the history of the early twentieth century avant-gardes, the first buchi of Fontana, the Combustioni, the Crettie, Burri’s Sacchi, Manzoni’s Achromes, the material is informal, the painting gestural and also the hint (in the ripples) of protrusions of Castellani and Bonalumi. It is an appropriation conscious and unconscious, arrogant and presumptuous (Gulli aspires to exhibit at the ‘biennale’) but full of enthusiasm, energy and love for the ”arte tormentata.” To share the Big Bang of the “sensate esperienze” means to share a torment, a tension, a quarrel and a reconciliation. To write about Gianluca (that is to write about his artistic work) becomes, therefore, a real experience, phenomenal, tactile, an experience to be performed with a telescope sometimes (Gianluca manages to reach distant universes in a few seconds). However he belongs to the “great book of nature” and certainly knows the teachings of Galileo and how to distinguish science from faith, physics from metaphysics. The ambition of the “sensate esperienze” is apparently physical but is accompanied by a faith that can lead to distant worlds.

These are “sensate esperienze” of Gianluca Gulli the heretic.

 

Gulli_(in)sensate esperienze